Il ferro è un elemento indispensabile per la buona salute dell’organismo ed è naturale considerare una sua carenza come un problema da sopperire anche con l’alimentazione, scoprire cosa mangiare in caso di carenza di ferro però è solo uno delle cose da attenzionare, prima ancora bisogna comprendere a cosa serve il ferro nel corpo umano ed a cosa può essere ricondotta una carenza.
Il ferro è infatti legata nella sua carenza all’anemia, una condizione naturale che però può essere ancora più “fortificata” da alcuni comportamenti e da uno stile di vita oltre che una alimentazione non esattamente ricca di questo elemento. Cosa mangiare in caso di carenza di ferro? Lo scopriremo nelle prossime righe esaminando anche le cause.
A cosa serve
Le cause dell’anemia che è la più conosciuta tipologia di carenza di questo elemento può essere causata da disturbi alimentari, una condizione legata allo squilibrio alimentare ma anche la presenza (più raramente) di alcuni problemi e malattie in atto. In molti casi si fa ricorso direttamente all’integrazione per ripristinare i livelli di ferro che è indispensabile per la produzione di emoglobina.
Il ferro infatti è un elemento dell’emoglobina, che serve a trasportare ossigeno in tutto il sistema dell’organismo, per questo una mancanza di ferro presenta sintomi abbastanza evidenti, come mancanza di fiato, giramenti di testa, tachicardia, affanno costante ma anche intorpidimento degli arti condite da una scarsa sensibilità. La dieta è essenziale così come l’integrazione.
Dove trovarlo
Il ferro sostanzialmente serve al trasporto dell’ossigeno e si trova soprattutto in alcuni alimenti sia di origine animale che vegetale, in particolare nella carne rossa e quella bianca, ma anche le uova (nel tuorlo), vari tipi di prodotti ittici come il pesce, in alcune erbe aromatiche come basilico, rosmarino e prezzemolo, ma anche in tanti legumi diversi. Va specificato però:
- Negli elementi vegetali il ferro è meno soggetto a biodisponibilità ed assorbimento quindi sostanzialmente è meno assorbito dall’organismo, definito ferro Non Eme, quindi derivato da materia inorganica
- La carne e derivati invece risulta essere una fonte più massiccia di ferro biodisponibile, conosciuto come Ferro Eme.
E’ una buona idea integrare nelle giuste quantità entrambe le tipologie, se facciamo ricorso ad una dieta vegetariana o vegana può essere più complicato assumere la giusta quantità di ferro, in tal senso possiamo fare affidamento anche a latticini e derivati come lo yogurt oppure la frutta secca o ancora cereali integrali come miglio e avena in particolare.
L’eccesso di ferro è abbastanza raro, ma va comunque tenuto d’occhio, il fabbisogno giornaliero medio fondamentale al corpo umano per un adulto è di circa 14 mg, come detto però può essere un po’ complicato capire effettivamente “da dove acquisirlo” perchè il corpo umano non riesce ad assimilarlo in modo preciso dagli stessi alimenti.