Prosciutto crudo o cotto: ecco quale fa meno male al colesterolo

Il prosciutto crudo e cotto identificano tra le varianti più amate tra gli insaccati italiani, anzi entrambe le versioni sono specifiche del nostro paese, e sono anche esportate con successo, anche in una fase storica come quella attuale, risulta difficile non concepire il prosciutto come un prodotto dal futuro comunque luminoso. Naturalmente è normale chiedersi quale è più adatto o meno negativamente impattante per il colesterolo.

Il controllo del colesterolo infatti passa naturalmente anche dal cibo e apparentemente il prosciutto essendo un insaccato non è esattamente il migliore degli alleati, ma come tutto o quasi, è la quantità che fa il veleno ed è un qualcosa che ha un fondo di verità anche per il prosciutto. Quale fa meno male ed è quindi più indicato per il consumo?

Prosciutto crudo o cotto?

Il nome crudo e cotto naturalmente non è casuale, cambia molto la procedura di preparazione ed a partire dalla salatura e la speziatura eventuale, oltra alla presenza di vari grassi tipici della carne rossa (il prosciutto è ovviamente derivato dalla carne suina), questo comporta un livello di grassi, calorie e colesterolo diverso ma in generale un sapore diverso.

Il sapore è il termine unico per molti ma chi è attento al colesterolo che è un limite in ambito di grassi presenti nel sistema circolatorio sempre più importante da tenere sotto controllo deve assolutamente tenere in considerazione. Quale fa “meno male”? Proviamo ad esaminare alcuni dati nelle prossime righe, ricordando che in entrambi i casi il prosciutto da solo non fa così tanto “danno”.

Quale è meglio per il colesterolo?

Il colesterolo infatti come altri valori non è “mosso” esclusivamente dal cibo ma soprattutto dallo stile di vita, ed in quantità ridotte (generalmente chi ha il colesterolo alto dovrebbe evitare il consumo frequente di insaccati) può essere anche utile per l’organismo regolarizzando la quantità e la frequenza. Quale fa meno male per il colesterolo?

  • Il prosciutto cotto è leggermente più carico di colesterolo pari a circa 85 grammi di grassi ogni etto di prodotto, ma è maggiormente digeribile
  • Il prosciutto crudo è leggermente più avaro di colesterolo e grassi ma la quantità è comunque superiore a 60 nella maggior parte dei casi, leggermente più saziante

La differenza in ambito nutrizionale quindi analizzando solo il colesterolo è relativa, contano anche altri aspetti, la salatura che può essere un problema in quanto il sodio è un elemento aggravante per la pressione alta, oltre alla s tagionatura ed il tipo di lavorazione. Insomma la differenza è relativa, e sta al nostro gusto, perchè nessuno fa la differenza sull’altro.

Dovendo scegliere un salume insaccato magro conviene puntare sulla bresaola che è un salume crudo ma dalla carne molto più magra, quindi è consigliabile forse il salume “buono” per il colesterolo, restando comunque qualcosa di lavorato e nello specifico non adatto alle donne incinte come la maggior parte dei cibi che derivano da una preparazione cruda.

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